Comune di San Giuseppe Jato
Città Metropolitana di Palermo

Seguici su

Chiese, feste e tradizioni

Luoghi della storia e della cultura che tramandono tradizioni

Madrice

Sita nella via Umberto, è dedicata al culto di San Giuseppe. Non a caso sul frontone è la dicitura: "Sacro a S. Giuseppe. Asilo a tutti di preghiera e di pace".
È stata realizzata nel corso di vari decenni con la collaborazione di diversi architetti, tra cui Achille Viola. È stata completata nel 1922.
Ha uno stile un po' ibrido rusticobarocco. La navata centrale è decorata ad imitazione stucco (autori i Fratelli Brusca di Palermo). Nel tetto sono riquadrate tre pitture di buona fattura: l'Annunciazione di Maria, la Natività, la Presentazione di Maria al tempio.
Bellissimo il coro con stalli di legno scolpiti, con balaustra in bellissimi marmi.
Nella volta, belli gli affreschi del pittore Carta di Palermo. Nel centro: l'Incoronazione di Maria; a destra: La cena di Canaan; a sinistra: Gesù e la
Samaritana al pozzo di Sichen.
Sempre del pittore Carta sono i quattro affreschi simbolici agli angoli della volta del coro, le quattro virtù teleogali: Fede, Speranza, Carità ed Opere buone.
La Cappella principale, in fondo a destra, dedicata a San Giuseppe, accoglie una statua di legno del celebre scultore Bagnasco il Vecchio.
La Cappella principale in fondo a sinistra è dedicata all'Immacolata, la cui statua è di autore ignoto. Sempre a sinistra, vi è la statua di S. Calogero di fattura popolare, scolpita in legno di noce. Vi è, anche, un'artistica urna con Gesù deposto in croce, che viene condotta il
Venerdì Santo.
Nella Sacrestia, un grande quadro ad olio, purtroppo malamente restaurato, rappresenta l'Incoronazione di S. Giovanni di Dio. Si ritiene sia opera della scuola di Velasquez. Proviene dall'antica Chiesa di S. Teresa, in Piazza Indipendenza di Palermo unitamente al coro, alla
balaustra, al pulpito, al fonte battesimale e alle due fonti dell'acqua benedetta.

Madonna del Carmelo

La Chiesa della Madonna del Carmelo è ubicata in piazza del Carmine. Sorge alle pendici del Monte Jato in un ambiente salubre. La chiesa è Giuseppe Jato, sito a Nord-Est dell'abitato e vi si accede da via Leonardo da Vinci. Lo stile richiama l'architettura rurale siciliana.
Secondo il culto cattolico la Madonna del Carmine è la protettrice dei morenti, ed in una statua, che attualmente si trova presso la Chiesa Madre, la si vede, insieme al Bambino Gesù ed al Padre Carmelitano San Simone mentre riceve dalle mani della Madonna uno scapolare.
Accanto alla Chiesa, si trova una Cappella, all'interno della quale, viè una botola che un tempo fungeva da ingresso per l'Ossario.

Madonna della Provvidenza

La chiesa è ubicata in corso Umberto I. È in stile neoclassico con capitelli
e colonne in stile corinzio. All'interno si può ammirare il quadro
originale della Madonna della Provvidenza che fu trovato in Feudo
Dammusi, il 21 luglio 1784. Da questa data ha inizio la devozione popolare per
la Santa Protettrice del paese.
All'interno della Chiesa, si trovano diversi altari: uno dedicato a San Giovanni Bosco, un altro a Maria Ausiliatrice, un altro ancora alla Madonna di Pompei.L'altare centrale, marmoreo, è dominato dal quadro originale della Madonna della Provvidenza; esso è in ardesia con ornamenti in argento applicati posteriormente al suo ritrovamento. Ai lati dell'altare
principale vi sono due tele che ricordano il ritrovamento del quadro, esse sono opere dell'artista Matteo Terzo.
La copertura è a volta e si estende per tutta la navata; il pavimento è in marmo policromo. In sacrestia è presente un Cristo in legno di autore e di epoca ignoti ed una copia in legno del quadro della Madonna della Provvidenza.
All'esterno della Chiesa è stata aggiunta una bordura frontale in prossimità della Croce. I mattoni tipo cotto, posti nella parte inferiore delle lesene, sono stati sostituiti da blocchi di marmo. Il portone, in ferro battuto con decorazioni floreali, richiama lo stile baronale siciliano.

Feste e tradizioni

Tempo quotidiano e tempo festivo sono i due poli che segnano per una Comunità rispettivamente il momento del lavoro e quello del divertimento. La Festa, spesso, si lega al Rito ed al sentimento religioso della Gente, perché recupera e ripropone cerimonialmente accadimenti per essa ritenuti importanti e significativi.
Così la più importante festa di San Giuseppe Jato è quella che si lega al Pellegrinaggio fatto in onore della Madonna della Provvidenza, all'omonimo Santuario (il 21 luglio di ogni anno). Tale festività è legata al ritrovamento di un dipinto, in ardesia grigia, raffigurante una "Madonna con Bambino", rinvenuto il 21 luglio 1784 in località Dammusi, da tale Onofrio Zorba, un contadino di Borgetto. Dice la leggenda che, mentre Onofrio dormiva sull'aia, dopo la mietitura del grano, insieme ad altri suoi compaesani e ad alcuni contadini di San Giuseppe Jato, gli sia apparsa la Madonna indicandogli il luogo dove era sepolta la sua immagine. Scoperto il quadro, pare sia nato tra i presenti una disputa su chi dovesse custodirlo. Tradizione vuole che Onofrio Zorba abbia avuto l'ispirazione di metterlo su un carro trainato dai buoi, con la convinzione che sarebbe stata la stessa Vergine a scegliere la sua strada. E così fu: difatti, i buoi scelsero la via di San Giuseppe Jato, fermandosi davanti alla casa del principe Beccadelli, dove venne eretta una chiesa per accogliere la sacra immagine. (Chiesa della Provvidenza).
Oggi il quadro della Madonna della Provvidenza, eletta Patrona di San Giuseppe Jato, è conservato nella Madrice. I fedeli, a tempo debito, per devozione, lo portano ogni anno in processione al Santuario eretto nell'ex feudo Dammusi, per poi, al termine del rituale, ricondurlo nuovamente nella chiesa che lo custodisce fino all'anno successivo, quando si ripeteranno le manifestazioni celebrative.
Alla Madonna della Provvidenza si lega, anche, un importante ciclo che si svolge il 13, 14, 15 agosto con manifestazioni a carattere religioso ma, anche, di tipo profano. Al tempo della festività di mezzo agosto, le Comunità legano una sorta di festa del Ringraziamento per i raccolti abbondanti, già ottenuti ma, anche, di propiziazione per il ben futuro dare sia dei campi sia degli armenti.
A San Giuseppe Jato i riti per la Patrona Maria SS. della Provvidenza, che durano più giorni, si connotano per una imponente sfilata di cavalli (13 agosto) ed una altrettanto importante fiera zootecnica (15 agosto).
Altra festa di antica tradizione è quella di San Giuseppe, risalente, con molta probabilità, ai primi anni di vita del paese. In essa sono manifeste le implicazioni socio-economiche, dal momento che il fatto più caratteristico del rituale è la preparazione, come ex voto, di un banchetto rituale in cui si appronta una grande varietà di pietanze da offrire ai poveri del paese. Una tale preparazione, in un ambiente rurale notoriamente parco e parsimonioso, segna tramite la distribuzione una simbolica offerta di ricchezza per tutti. Destinatari dell'azione simbolica sono i "Virgineddi", che sono tre bambini scelti per impersonare i componenti della Sacra Famiglia, che nel rito richiama l'importanza sociale della istituzione. La consumazione del pasto, ricco di varietà e sapori, è preceduto da funzioni religiose e da una sorta di recita a mo' di cantilena, il cui testo è stato, di recente, ripreso. Tale recitazione sanciva la sacralità dell'ingresso dei tre "Vergineddi" nella casa dove è preparato il banchetto, un luogo dove è, di norma, anche addobbato un altare in onore di San Giuseppe, che è Santo verso il quale i Sangiuseppesi nutrono una forte devozione.
La dimensione religiosa e festiva degli abitanti era vissuta, un tempo, attraverso altri due eventi oggi assai meno praticati: la festa di San Calogero (prima domenica di agosto); e la Festa di S. Cosmo (secondo lunedì dopo la Pentecoste). La processione era caratterizzata dalla presenza di fedeli su carri agricoli provenienti anche dai paesi vicini e dalla presenza di cavalieri su animali parati con ricche bardature e grossi campanelli, che, con assordante rastuono, facevano la spola tra il Santo e la Chiesa, luogo di culto, per deporvi tutto il ben di Dio che i devoti offrivano per ex voto: enormi ceri votivi, danari, ma anche pani di varia foggia; la Festa di S. Cosimo si celebrava sul Santuario del Monte Jato, a partire dalle prime ore del mattino. Sulla spianata antistante la chiesa, numerosi venditori ambulanti, con le loro bancarelle offrivano dolciumi, ceci e semi abbrustoliti, giocattoli per i bimbi. Presenti anche le "baracche" con il cibo: insaccati, pane, vino ed altro, per una scampagnata allietata da canti e danze, fino a pomeriggio inoltrato.
Altro momento di sentita festività è quello che si riconnette al Ciclo Pasquale, al Giovedì Santo con i Sepolcri addobbati nelle chiese; il Venerdì Santo con la Processione delle Confraternite e la rappresentazione dal Calvario arricchito da scene storiche: la domenica di Pasqua con "'u ncontru" tra Gesù Risorto e l'Addolorata che, ritrovando il Figlio perduto, smette il mantello nero. Facendo eco ad un'antica tradizione, a Pasqua si consumano taluni piatti tradizionali: le lasagne, l'agnello e la onnipresente cassata, il dolce di primavera, squisita per la ricotta che è un ingrediente assolutamente locale, di cui è assai rinomata la produzione.

San Francesco di Paola

Inizialmente la Parrocchia era molto povera e pochi sono stati gli interventi
per abbellirla. Nel 1952 fu realizzato un meraviglioso artistico altare in marmo,
(opera del Conti) e la casa canonica.
Successivamente con le offerte raccolte in America dell'intraprendente e dinamico Padre Giglio fu costruito il Centro Educativo Assistenziale "Mons. Carpino", oggi sede della Scuola Media Statale e del salone Parrocchiale.
In seguito fu acquistata e ristrutturata una casa adiacente alla Chiesa, adibita come sede per l'azione Cattolica e per l'Associazione Scouts, e furono costruite le aule alla "Villa Sacro Cuore".
Tra le ultime realizzazioni sono da annoverare la nuova pavimentazione in marmo della Chiesa parrocchiale, la ripulitura delle pareti e della volta, il rifacimento del tetto, le nuove campane per il campanile, un orologio per la facciata cristiano quali l'amore, la pace, la riconciliazione. Temi che l'Autore affronta servendosi, anche, di colori simbolo che risultano essere predominanti. ed, infine, la collocazione nelle nicchie laterali di sei preziosi dipinti su seta raffiguranti episodi della vita di San Francesco di Paola, opera dell'artista Gabriel Meiring, nato in Sud Africa, a Johannesburg, ma di cultura europea (risiede da vent'anni a Gent in Belgio).
Oltre ad essere di notevole valore artistico i dipinti costituiscono una perenne lettura dei grandi temi del messaggio.

Anime Sante

La Chiesa, ubicata in via Nuova, in origine era molto semplice. Successivamente,
è stata costruita la canonica e durante i lavori sono stati rinvenuti dei resti di ossa umane, sicché si è dedotto che, in assato, tale luogo era adibito a sepoltura.
La struttura muraria è costituita da pietra mista a calce. Il prospetto esterno non è caratterizzato da uno stile architettonico preciso. La facciata principale è sormontata da un campanile ed è abbellita con palme ed edere rampicanti che le conferiscono un aspetto da chiesa di campagna.
Di recente sono stati ristrutturati il pavimento, in marmo, l'altare anch'esso in
marmo e il fonte battesimale. Al centro dell'altare si trova un quadro in legno di
V. Mussner raffigurante le Anime Sante. La copertura è a botte sormontata da un
tetto a falde inclinate, con tegole.
 
torna all'inizio del contenuto